LA NOSTRA STORIA

1152

Questo edificio sorge all’interno del perimetro delle mura del Castello di Mestre, antica fortificazione quasi millenaria, di cui rimane ormai solo una delle almeno undici torri, ben visibile a pochi metri da qui. Il Castelvecchio fu eretto nel secolo xi dai vescovi di Treviso, ed i veneziani se ne impossessarono nel 1337 iniziando la costruzione di una piu’ imponente fortificazione, detta Castelnuovo.

1509

Il castello continuo’ a subire numerosi attacchi. Nel 1513 proprio dai francesi, i difensori subirono l’incendio del Castello ma riuscirono a respingere l’attacco, tanto che la Serenissima concesse alla citta’ il titolo di Mestre Fidelissima. Il Castello con le sue mura fu poi demolito nel Settecento con alcune parti poi inglobate nelle nuove abitazioni. Si salvo’ la torre dell’Orologio o Torre di Borgo, e una vicina torre gemella, Torre Belfredo, che fu poi abbattuta nel xix secolo.

1867

Fu proprio in questo palazzo che Giuseppe Garibaldi riposo’ e lego’ i suoi cavalli quando venne a celebrare in piazza Maggiore (oggi Piazza Ferretto) l’annessione del Veneto a un’Italia riunificata. La gloriosa Repubblica di Venezia aveva cessato di esistere da quasi un secolo, conquistata militarmente da Napoleone (1797) e subito dopo ceduta all’impero austriaco.

1955

Il locale si chiamava gia’ “Garibaldi” quando fu rilevato nel 1955 dai fratelli Rampazzo. All’inizio dei lavori di allestimento erano ancora presenti alle pareti di quella che un tempo era una scuderia, gli anelli a cui erano legati per le briglie i cavalli. Il “Garibaldi” inizio’ l’attivita’ come Bar. Qui i mestrini venivano a bere in compagnia qualche “ombreta”, come i veneziani chiamano il bicchiere di vino,  fermandosi a guardare la televisione che fino a tutti gli anni Sessanta era ancora raro trovare nelle case, ma era motivo di aggregazione sociale nei locali pubblici.

1962

Nel 1962 l’Italia risollevatasi dalla guerra stava per vivere la stagione del boom economico. Gli spazzini giravano per le strade con i tricicli a quattro bidoni e le filovie “con le tiracche” portavano la gente da una parte all’altra della citta’ attraversando la piazza. I Rampazzo decisero di allargare l’attivita’ facendo conoscere ai veneti la pizza napoletana quando ancora non era cosi’ diffusa al nord.  Allestirono un forno a legna nel retro e cominciarono a sfornare pizze secondo la miglior tradizione. La risposta dei mestrini fu ottima. E siccome di fronte alla pizzeria era sorto il cinema “Palazzo”, dal nome della via che unisce la torre al municipio e agli edifici piu’ antichi di Mestre, “pizza e cinema” diventarono un’accoppiata irresistibile per giovani e meno giovani. A quell’epoca una “margherita” costava 250 lire (0,13 euro) e un cinema 150 lire (8 centesimi di euro).

1998

Alla vigilia dell’ingresso nel nuovo millennio la Pizzeria Garibaldi e’ restaurata a nuovo. Originali disegni realizzati con sassi del fiume Piave decorano le pareti, mentre sulla storica via Palazzo, nel frattempo pedonalizzata,  si apre una terrazza davvero unica. Con gli anni e’ anche aumentata la richiesta di piatti di cucina. La zona ristorante e’ pertanto ampliata e il menu’ arriva ad offrire una varia e ampia scelta di pietanze di ogni tipo oltre alla consueta varieta’ di pizze, caratteristiche per la loro ottima lievitazione, per la qualita’ degli ingredienti e per il cornicione alto che rispetta i dettami dell’antica tradizione napoletana.

2017

La Pizza Napoletana e’ dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanita’. Il piatto ormai piu’ famoso nel mondo e’ ormai uscito da oltre un secolo dai forni di Napoli per trovare ovunque il proprio spazio sulle tavole di ogni continente, dando vita a infinite varieta’ e specifiche secondo i diversi gusti dei popoli piu’ disparati. Ma oggi, nell’era di internet e dei computer, la Pizzeria Ristorante Garibaldi conserva il suo forno a legna originale, gestita ancora dalla stessa famiglia che la rilevo’ a meta’ del Novecento, e guarda al futuro mantenendo stretto il rapporto con le proprie radici, offrendo cosi’ una miscela inimitabile di tradizione e qualita’, che racconta la continua evoluzione dei sapori che hanno segnato la storia di questa citta’ e di questo Paese.